Nel 1962 un gruppo di finanzieri internazionali facenti capo a Karim Aga Khan, costituì il Consorzio Costa Smeralda per dar vita nel territorio di Arzachena ad una iniziativa turistica di vaste proporzioni. Da allora per Arzachena e, in certa misura, per la Sardegna le cose non sono state più le stesse. Il fenomeno turistico investiva il territorio e lo trasformava, modellandolo sulla base delle proprie esigenze. In quei giorni vedeva la luce il polo turistico balneare di maggior rilevanza, in termini di qualità, dell’Italia. Le trasparenze del mare, le spiagge ricoperte di sabbia granitica, le scogliere frastagliate, gli alberi secolari, la macchia mediterranea a corona di calette dalla selvaggia bellezza diventarono l’altro potente veicolo pubblicitario.
Tutto quello che veniva fatto in questa prima fase aveva il marchio dell’esclusivo. Alberghi, ville, locali e porto erano destinati ad una clientela selezionata che potesse fungere da richiamo. La stessa architettura adottata, che a seconda dei punti di vista viene definita suggestiva o suggestionante, è posta al servizio di questo obiettivo.
Ora i frequentatori di questi mari non sono solo i nomi altisonanti della finanza, dell’industria, del cinema, della politica. Figure più anonime affollano nuove tipologie edilizie, ancora costose, ancora raffinate, ma pur sempre dei residence.